Castel S. Pietro
Sorge a 864 m. s/m in un ambiente molto aspro alle pendici occidentali della catena montagnosa che divide la Valle di Non dalla Val d'Adige. L'importanza di questo maniero è messa in rilievo da tutti gli storici: architettonicamente è un raro esempio di torre cilindrica; strategicamente era costruzione medievale che proteggeva un raccordo stradale che si staccava a Termeno e superando la cresta montagnosa arrivava a Vigo di Ton, passando ai suoi piedi. Ancora oggi la strada oggi un impervio sentiero che da Vigo di Ton risale sino al castello è detta, localmente, romana. Fu costruito nel XII sec. dai Thun che lo abbandonarono nel XVII sec.
Ospitava anche una cappella, dedicata a S. Pietro, ove fino al 1742, vi si celebrava la Messa tre volte all'anno (Aldo Gorfer, Le valli del Trentino – Trentino Occidentale). Il castello è di proprietà privata; l'accesso ai ruderi del castello è vietato per pericolo di crolli.
Il sentiero di accesso parte dal Campo sportivo, in località "Glare" e prosegue attraversando per due volte il torrente che scende dalla valle di S.Pietro e Dalla Valle dei Pilastri.
La torre rappresenta la parte più vecchia
Castel San Pietro
Lo studio sul castello opera di Franco Lancetti
da un articolo apparso sul quotidiano l'Adige del 10 maggio 1992
I segreti del maniero (v.n.)
Franco Lancetti propone la riscoperta di castel San Pietro, l'antico maniero che sorge su uno sperone di roccia nella valle omonima ad un'ora di cammino da Vigo di Ton. Secondo una ricostruzione grafica dei ruderi, eseguita appunto da Lancetti, il castello era di notevoli dimensioni e merita di essere riscoperto e valorizzato.... . L'edificio stando alle testimonianze storiche, già verso la fine del secolo XVII era in uno stato di totale abbandono. La causa del rapido decadimento è da ricercarsi con tutta probabilità nella tristemente famosa «tassa sul coperto» che causò molti strani incendi ai tetti di edifici nobiliari poco utilizzati. Risale proprio a quest' epoca infatti la rovina di castelli come San Pietro e Belfort. L'isolamento in cui giace ormai da due secoli lo ha trasformato inesorabilmente in «un ammasso di pietre e che deve far fronte non più ad un eventuale attacco nemico, ma ad una sottile e capillare invasione della vegetazione circostante». La parte più antica del castello, posto a quota 864, è secondo Lancetti, la torre cilindrica leggermente rastremata verso l'alto, risalente ai primi anni dell' insediamento romano in val di Non. La fortificazione infatti sorge lungo un'antica via romana che collegava l'Anauuia con la val d' Adige attraverso il passo di Roccapiana. A quei tempi infatti le strade vista l'Impervietà che ancor oggi limitava la percorribilità dell'area nel fondovalle, sorgevano in quota. Era meglio dunque percorrere la montagna anziché aggirarla attraversando zone difficili e paludose. La torre di castel San Pietro dunque era in collegamento visivo con altre fortificazioni della valle in particolare con la zona di castel Belasi e castel Corona. Secondo la ricostruzione effettuata da Lancetti la torre ha un diametro interno di circa sei metri e le mura sono larghe un metro e quaranta, l'altezza doveva essere (visto che ora è mezza), di circa quindici metri. Successivamente in epoca medioevale, attorno all' antica fortificazione si è sviluppata, come in altre zone, un castello munito di ponte levatoio e di mura per, la difesa. Al suo interno sorgeva una cappella dedicata a San Pietro, di questa è ancora possibile scorgere le fondamenta dell' abside che ha un diametro di circa tre metri. Il castello viene nominato per la prima volta in un documento del 1338 dal quale risulta essere un feudo antico della chiesa di Trento, di proprietà della famiglia Thun che lo acquistò dalla famiglia Negri di San Pietro. ...Se fosse interessato ad una auspicabile ristrutturazione...(ndr), assieme ad altri studi analoghi come quello dell' architetto Bartolini per quanto riguarda castel Sporo, contribuirà ad una lettura più completa della storia della val di Non. Una valle ricca di reperti storici per molti aspetti ancora da valorizzare.
Il Castello in autunno
La pianta del castello