Uno scultore trentino a Firenze

GIOVANNI INSOM (1775-1855). UNO SCULTORE TRENTINO A FIRENZE

Venerdì 11 maggio alle ore 18 a Casa de Gentili di Sanzeno sarà presentato il volume "Giovanni Insom (1775-1855). Uno scultore trentino a Firenze", un'interessante monografia su un artista finora poco studiato, ma degno in ogni caso di attenzione non solo da parte degli studiosi di scultura. La pubblicazione, edita dalla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici nella collana "In filigrana", sarà illustrata da Laura Dal Prà e da Luciana Giacomelli, rispettivamente dirigente e funzionario della Soprintendenza, e dalla stessa autrice Chiara Radice, giovane studiosa di storia dell'arte che ha affrontato l'argomento partendo proprio dalla tesi di laurea specialistica. Alla presentazione interverrà anche l'assessore alla cultura Franco Panizza.

Giovanni Insom è nato a Casez di Sanzeno nel 1755 ma ha trascorso gran parte della vita a Firenze, dove è morto nel 1855. Era figlio d'arte in quanto anche il padre era uno scultore di alabastro. Ed è proprio questo materiale che diede notorietà ad Insom, che dimostrò di saperlo utilizzare in maniera virtuosistica. Stilisticamente collocabile in ambito neoclassico e comunque aggiornato sulle tendenze artistiche del momento, nel suo atelier fiorentino ha eseguito molti busti e ritratti richiesti anche dagli stranieri del Grand Tour.

A Castel Thun si conserva la sua opera più importante, quel Trionfo da tavola , composto da otto piccole statue di soggetti in gran parte ripresi da modelli canoviani, già fatto conoscere dalla Soprintendenza in occasione della mostra sulle collezioni Thun tenutasi a Casa de Gentili nel 2007. La ricerca di Chiara Radice ha fornito anche lo spunto per un approfondimento tecnico-scientifico sull'alabastro, che si estraeva anche nelle cave della Val di Fiemme.

Dall'Ufficio Stampa della PAT >>>

Trionfo da tavola

Linea Verde

Giovedì 12 aprile a Castel Thun sono state eseguite le registrazioni per la trasmissione di Rai 1  "Linea verde", con i conduttori Eleonora Daniele e Fabrizio Gatta. La trasmissione andrà in onda probabilmente domenica 29 aprile alle 12,20. Ecco una galleria fotografica delle registrazioni in una splendida giornata di sole.

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I Thun e la Rotaliana

I Thun e la Rotaliana-Königsberg: un libro di Paolo Dalla Torre

ROTALIANA - «Cosa c'entrano i Thun con la comunità di valle Rotaliana-Königsberg?». E' quello che si è sentito dire più e più volte lo storico Paolo Dalla Torre, a seguito della pubblicazione del suo libro dal titolo «I Thun e l'attuale Comunità Rotaliana-Königsberg. Un viaggio tra presente e passato». , , ,

Leggi l'articolo  di Andrea Casna su LaRotaliana.it >>>

 

La Torre della Polvere

Lavori a Castel Thun

TON - Nel progetto definitivo, il professionista incaricato dalla Provincia, l’architetto Ruffo Wolf, ha proposto per Castel Thun delle soluzioni progettuali al fine di rendere fruibili gli ambienti della Torre Francesco Agostino e della Torre della Polvere, con un parziale ripensamento dello schema statico della Torre Francesco Agostino e la chiusura con opportune vetrate dello spazio nel sottotetto della Torre della Polvere.

Ritenendo le proposte migliorative della fruibilità del castello, la Soprintendenza per i beni architettonici della Provincia ha  autorizzato in sanatoria la variazione del costo dell’opera per i lavori relativi al restauro e recupero ai fini museali della Torre della Polvere, della Torre di Francesco Agostino, delle Torrette del Campo dei Tornei e delle Torri e del Fossato delle Prigioni del complesso monumentale di Castel Thun, dall’importo di 600.000 all’importo di euro 659.786,78 euro. La Soprintendenza ha quindi autorizzato l’adeguamento del compenso dovuto all’architetto Wolf da 30.223,73 all’importo netto di 32.248,26 euro.

da l'Adige.it >>>

 

 

Triplicati i turisti culturali

VAL DI NON. Una valle che ha tutti i numeri per attrarre i turisti, soprattutto quelli motivati sul fronte culturale. La sfida della Val di Non è di conquistare posizioni della principale voce dell'economia trentina puntando non solo sugli aspetti naturalistici. E con Castel Thun, è sulla buona strada: i turisti con finalità culturali sono triplicati......

.....  la riapertura di Castel Thun è stata la chiave di volta per un risveglio della valle, che ha attirato nel 2010 bel 147.318 visitatori, più di quelli registrati al Castello di Buonconsiglio nello stesso anno: 131.152. Chini ha sottolineato che si tratta di valorizzare ora tutti quei gioielli artistici in Val di Non poco conosciuti, come le chiese e i palazzi signorili, per conoscere un territorio, con le sue peculiarità artistiche e architettoniche. Ma la vera sorpresa, sono i dati che presenterà stasera Giulia Dalla Palma. Dalla relazione del convegno, il direttore dell'Apt rilevava che i turisti che scelgono la Val di Non (dati giugno-settembre 2009) lo fanno nel 51% dei casi perché cercano relax e riposo in ambiente naturale, il 29% per una vacanza legata allo sport e solo il 3,8% per le opportunità culturali. Ora, i dati aggiornati al 2011, nello stesso periodo, mostrano che i turisti attratti dalle proposte culturali sono diventati il 9,9%, mentre rimane al primo posto chi cerca relax e riposo (77,9%) e chi viene per l'attività fisica è al 30,9%. Altro dato, a conferma che Castel Thun è stato un volano senza precedenti per il turismo, è quello dei siti preferiti: nel 2009 c'era San Romedio al primo posto con l'87%, al 42,9% Palazzo assessorile, al 32,9% Castel Thun. Nel 2011 Castel Thun, balza al 69% delle preferenze, sempre primo è San Romedio 78%, seguito da Palazzo assessorile al 30%. Castel Thun pigliatutto? No, perché, ha osservato Salvatore Ferrari, sta negli amministratori locali far sì che le molteplici chiese di pregio sul territorio non restino chiuse e che tali visite entrino nei calendari di Pro Loco e Apt. Un contributo lo dà l'associazione Anastasia, nata nel 2009, che ha 70 guide volontarie formate dall'Ufficio Arte sacra della Diocesi, per conoscere le chiese e il contesto in cui sono inserite........

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Lavori al Cantinone

Castel Thun, lavori vicini

Partiranno a breve a Castel Thun i lavori per la sistemazione del Cantinone, sotto il Loggiato dei cannoni, dove troverà posto la collezione di carrozze appartenute alla nobile famiglia, e dove verrà realizzata una sala conferenze multimediale.
Intanto, la Provincia sta studiando delle soluzioni al problema delle barriere di accesso: sono in corso di progettazione «ulteriori ambiti per aumentare l'offerta al pubblico, anche corrispondendo le esigenze che il Castello del Buonconsiglio ha avanzato per la migliore valorizzazione del sito». Fra questi c'è «il miglioramento dell'accessibilità tramite la rimozione delle barriere architettoniche, attenzione già dimostrata nei programmi sinergici del Castello del Buonconsiglio e della Soprintendenza per l'accessibilità del maniero del capoluogo». La Soprintendenza ha già formulato alcune ipotesi informali, che dovranno essere supportate da sondaggi in sito e verifiche strutturali. «L'ipotesi di un volume aggiunto per l'alloggiamento dell'ascensore o comunque una sua collocazione interna alla struttura, per i problemi di impatto e soprattutto di tutela del bene dovrà essere valutata in maniera precisa tenendo conto che la rigorosa spazialità del castello offre pochi luoghi idonei al passaggio di un corpo ascensore».
È quanto l'assessore provinciale alla cultura  Franco Panizza  ha risposto al collega autonomista  Michele Dallapiccola , firmatario di un'interrogazione sulle barriere architettoniche. Dallapiccola aveva fatto riferimento al caso della visita al maniero di due classi elementari di Baselga di Piné, visita limitata al piano terra a causa dell'impossibilità di un compagno in carrozzina elettrica di accedere agli altri livelli. «Sarebbe veramente un grande esempio di civiltà - aveva suggerito - affermare con e nei fatti che in Trentino l'attenzione al disabile non incontra, scusate il bisticcio di parole, ostacoli neanche di fronte ad oggettive e riconosciute difficoltà».
Panizza ricorda nella sua risposta che Castel Thun è bene culturale soggetto a tutela e che i lavori di restauro «erano stati da subito indirizzati ad una modalità di recupero strettamente conservativa. A questa "filosofia" di intervento è ad esempio allineata la scelta di non introdurre il riscaldamento, di operare il restauro e non la sostituzione dei serramenti esterni, di non introdurre elementi contemporanei nel castello e di destinare i locali esterni al palazzo comitale alle funzioni logistiche che possano comportare un maggiore grado di intromissione rispetto allo stato dei luoghi. Le nuove introduzioni, attente anche alla risoluzione di tematiche sociali e con scopi didattici, si sono concentrate pertanto nel piano terra del palazzo comitale e nei corpi antichi del loggiato e delle cinte». E mentre il castello dei Thun è tornato ad accogliere i visitatori, accolti dai meli in fiore, del suo restauro si tornerà a parlare mercoledì 18 aprile a Trento, al Castello del Buonconsiglio, nella conferenza dal titolo «Un meraviglioso effetto di arte e di industria: le carte da parati di Castel Thun».
Il restauro del castello è stato l'occasione per una ricerca più approfondita sui  papiers peints , materiali ancora poco studiati in Italia. Quelli di Castel Thun sono di particolare rilievo in un panorama addirittura europeo per qualità e provenienza, oltre che per il rinvenimento dei documenti archivistici. Il 18 aprile a Trento ne parlerà  Alessandro Pasetti Medin , della Soprintendenza per i beni storico-artistici. L'appuntamento è nella camera del Camin nero, alle ore 17.

 

 

379 castelli visitabili

Resoconto dell'incontro presso Castel Cles, a Cles,con  un nutrito gruppo di sindaci della Piana Rotaliana e delle valli di Non e di Sole, coi responsabili della promozione turistica locale, delle strutture castellane (erano presenti, oltre a quelli di Castel Cles, i proprietari di Castel Valer, Bragher e Nanno) e delle più importanti associazioni culturali che si occupano di dimore castellane. Nelle scorse settimane analoghi incontri s'erano tenuti a Rovereto e Fornace.

In apertura di riunione, la parola è stata data a Giorgio, il giovane rappresentante della famiglia Cles che ha fatto gli onori di casa. Giorgio Cles ha brevemente parlato non solo del patrimonio monumentale, storico e artistico custodito nel suo castello, attualmente chiuso perché in fase di restauro, ma ha anche illustrato un progetto più ampio di valorizzazione – guarda caso in sintonia proprio la "Rete dei Castelli" che l'assessore Panizza sta portando avanti, – che prevede tra le altre cose l'apertura al pubblico del castello e l'allestimento di una mostra con i quadri di famiglia e i ritratti degli antenati.

 "Questo progetto che abbiamo chiamato 'La Rete dei Castelli' – ha detto Panizza, che era accompagnato da Laura Boschini, dirigente del Dipartimento beni e attività culturali, e da Franco Marzatico, direttore del Museo castello del Buonconsiglio, – dopo la fase iniziale di mappatura delle strutture esistenti e quella che stiamo vivendo con questi incontri periferici per il coinvolgimento dei territori, sfocerà a breve nella fase successiva in cui sviluppare percorsi di valorizzazione e di promozione del vastissimo e ricco patrimonio identitario e culturale depositato nei castelli, per incrementarne la visibilità e la fruizione culturale e turistica sia da parte dei cittadini che degli ospiti visitatori". La Rete dei Castelli, che affida al Museo Castello del Buonconsiglio il ruolo del coordinamento scientifico, "ha come obiettivo innanzitutto la conoscenza del patrimonio e della sua consistenza – ha poi proseguito l'assessore, – ma subito dopo vuole individuare pacchetti e offerte che sappiano da un lato mettere le dimore castellane più importanti al centro di iniziative e di percorsi che coinvolgano tutte le realtà culturali e turistiche delle aree considerate. È in quest'ottica che puntiamo decisamente a cercare la collaborazione delle amministrazioni locali, delle ApT e delle Pro Loco, degli operatori culturali e dei proprietari dei castelli, per far sì che un'offerta culturale complessiva, che non si dimentichi ad esempio anche delle risorse naturalistiche e dei prodotti tipici, possa essere volano di sviluppo della socialità e ulteriore elemento di attrazione per i turisti, che sono sempre più alla ricerca di evocazioni identitarie forti e documentate". La prima fase ha per prima cosa portato a individuare e catalogare i ben 379 castelli visibili e visitabili. Per quelli visibili saranno approntati in collaborazione con la SAT appositi percorsi di visita; per quelli visitabili, verrà presentata una prima griglia di opportunità di scoperta rispetto a quelli immediatamente praticabili oppure già visitabili. Anche a Cles è toccato a Franco Marzatico presentare innanzitutto i sei ambiti geografici individuati e gli elementi specifici con cui ognuno è caratterizzato. Si tratta della Bassa Vallagarina ("La suggestione del medioevo tra amor cortese, battaglie ed eresie"; castello guida Beseno), Valle del Sarca, dei Laghi e Giudicarie ("La vita castellana nelle corti rinascimentali"; castello guida Castel Stenico); Trento e circondario ("Il Principato"; castello guida Buonconsiglio); Valli di Non e Sole ("La nobiltà rurale nelle Alpi"; castello guida Thun); Valsugana e Val di Cembra ("La via dei castelli, gli antichi percorsi dall'epoca romana a quella moderna"; castello guida Pergine). Queste proposte saranno inserite già da quest'anno nella brochure "Arte della Vacanza 2012" curata da Trentino Marketing in stretta collaborazione con il Dipartimento beni ed attività culturali. Per fare ciò è quindi necessario conoscere quali iniziative culturali già si svolgono e in generale quali offerte di visita del territorio siano già presenti e praticabili nelle sedi castellane e più generalmente nelle aree individuate, comprese le iniziative che prevedono l'offerta di prodotti tipici e l'enograstronomia. In tal modo verranno costruito un sistema di offerta integrato del territorio, un’offerta che sarà messa a disposizione della promozione turistica di Trentino Marketing, ma che figurerà anche negli altri siti provinciali quali TrentinoCultura.net. Questa fase è stata illustrata ieri sera da Giorgio Tavano Blessi, consulente che ha seguito l'accordo di promozione territoriale riferito a Castel Thun. "Quello della Rete dei Castelli – ha concluso l'assessore Panizza, – è un progetto di medio-lungo periodo col quale vogliamo creare un sistema gestionale autosufficiente, che verrà definito con specifici accordi d’ambito impostati sul modello già adottato in occasione dell’apertura di Castel Thun, ovviamente adattato e aggiornato alle esigenze che emergeranno caso per caso e tenuto conto anche dell’auspicato coinvolgimento di soggetti privati". La proposta dell'assessorato provinciale alla cultura, che già aveva riscosso unanimi consensi nella prima riunione a Castel Roccabruna di Fornace e in quella successiva di Rovereto, è stata accolta e condivisa con convinzione anche nella riunione di Cles e verrà illustrata nel corso del mese di febbraio anche a Riva del Garda, presso la Rocca. (mn)

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